giovedì 2 luglio 2020

51 ANNI DI STONEWALL




Donne nere trans: l’origine del Pride
Tutti al giorno d’oggi sanno cos'è il Pride, hanno in mente le parate piene
di musica, colori, gente che balla e si diverte. Gli eventi sono portavoce
della volontà delle persone di essere ciò che sono e reclamare la libertà di
poterlo fare, le parole parlano di parità di diritti.
“La prima volta fu rivolta” questo è il grido più sentito al Milano Pride
2019, un canto ripetuto in coro da un mare di persone in festa, ricoperte
da glitter ed arcobaleni, uniti nella volontà di ricordare le origini del movimento nato 50 anni prima.

Nel 1969 era illegale vestirsi con capi di abbigliamento che non appartenessero al genere assegnato alla nascita, per le persone queer era illegale bere e ballare assieme e per le donne era obbligatorio indossare almeno treaccessori femminili. 
Per questo nelle prime ore del 28 giugno dei poliziotti sono entrati nel gay bar Stonewall Inn di New York e come ogni mese hanno cominciato ad arrestare una manciata di persone.
Tra queste c’era Stormè DeLaverie, una lesbica butch figlia di una donna
nera ed un uomo bianco. Mentre veniva trascinata via dalla polizia DeLaverie gridava a tutti coloro che le stavano attorno: “perché non state facendo qualcosa?” finché la folla intervenne e scoppiò la rivolta.


“There is no what it was and why it happened, it was just the right time
and the right place” : non c’è un cos'era e perché è successo, era solo il tem-
po giusto ed il posto giusto. Queste sono le parole di Miss Major, una delle
donne trans nere al centro della rivolta, in un’intervista. Quei sei giorni di
rivolta hanno visto azioni di violenza, lotta contro la polizia, un palazzo in
fiamme ma anche il coraggio delle persone queer presenti.
Ricordiamo le leader della rivolta:
per le strade Marsha P. Johnson, una donna trans nera, era in prima linea
nelle lotte e nella prima vera e propria parata, diventando un’icona per
tutta la comunità a venire.
Sylvia Rivera, Donna trans latina, che assieme a Marsha P. Johnson ha
fondato la S.T.A.R. (Street Transvestite Action Revolutionaries).
Le motivazioni di allora erano diverse da quelle odierne, a quei tempi si
lottava per il diritto di poter esistere nella propria autenticità senza temere
che i poliziotti venissero ad ucciderti, durante le parate si lanciavano mattoni anziché i palloncini colorati di oggi.


Stonewall è stata la rivolta che ha dato una svolta decisiva alla lotta per le
persone LGBTQ+, ma non è stata la prima. Ce ne son state altre, come
quella a Los Angeles nel maggio del 1959 e a Philadelphia nel 1965 in
Aprile. Ogni rivolta è scaturita da un abuso di potere da parte delle forze
dell’ordine, come la rivolta nella caffetteria Compton’s nell’agosto del 1966,
a San Francisco, dove una drag queen ha rovesciato il suo caffè caldo addosso poliziotto che stava cercando di arrestarla ingiustamente.


Stonewall è celebrata come l’origine del movimento LGBTQ+ grazie ad organizzazioni come la S.T.A.R. e le manifestazioni che sono seguite, guidate
da Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson.
I pride festosi che festeggiamo oggi li dobbiamo a loro, le persone che
hanno rischiato tutto, perso casa e lavoro per la loro identità, reclamato
insulti come “queer” facendoli diventare parole di cui essere fieri.
Eppure la comunità stessa non è stata gentile con loro, le persone trans
sono state e sono tuttora discriminate anche all’interno di ambienti queer,
Sylvia Rivera stessa ha lasciato la S.T.A.R. per la transfobia che si è inserita
nel tempo.

Le persone Trans nere, soprattutto le donne, sono particolarmente a ri-
schio al giorno d’oggi, ne vengono uccise centinaia ogni anno, ed anche da
morte non sono minimamente rispettate. Ad esempio Tony McDade, un
ragazzo nero trans ucciso due giorni dopo George Floyd, di cui si fa riferimento in termini femminili nel giornale locale.

L’anno scorso, durante la parata Pride davanti a Stonewall, una donna
trans nera ha cominciato a leggere i nomi delle persone trans uccise per
intolleranza, la folla attorno a lei si è lamentata dicendo che stava “rovinando la festa”. Ma non c’è festa senza lotta ed una cosa è sicura, le persone
rans non smetteranno mai di lottare finché tutti saranno al sicuro.


Questa lotta è cominciata in America, ma si è sparsa in tutto il mondo,
Italia inclusa. La transfobia in Italia è tanto pericolosa quanto da altre parti ed è presente in ogni ambito, anche in ambienti che sostengono di tutelare le persone LGBTQ+. E’ importante mantenere vivo il dialogo sul rispetto dei trans: se da una delle persone fanno qualche battuta su
quanto trovino ridicolo l’asterisco alla fine delle parole, dall'altra c’è qualcuno
che rischia la vita, che sia per mano di altre persone o per la mancanza dei
trattamenti necessari, com’è accaduto l’anno scorso per la mancanza del
testosterone per la hormone replacement therapy per i ragazzi trans.

Articolo di Marty Schiavi

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